San Pellegrino in Fiore 2024 – Concorso di idee

Team progettisti:

arch. Giorgia Tamantini, arch. Elena Conconi, dott. agr. Paolo Loreti

San Pellegrino in Fiore diventa un veicolo culturale che intreccia cinema, architettura e natura, coinvolgendo i visitatori in un’esperienza immersiva.

Le piazze raccontano con metafore floreali, i principali film girati nella città, coinvolgendo i passanti con suoni, profumi e colori e guidandone le visuali tramite micro-architetture.

La disposizione delle quinte scenografiche generate dalle installazioni valorizza prospetti e monumenti delle piazze indirizzando lo sguardo dei visitatori. Si realizza così il connubio tra architettura storica e cinema narrato attraverso la natura.

Masterplan
Piazza San Pellegrino – varie pellicole su San Francesco; Zeffirelli, Cavani
Piazza Scacciaricci – Decameron, Pasolini
Piazza San Carluccio – L’armata Brancaleone, Monicelli
Piazza della Morte – I Medici, serie tv
Piazza del Gesù – I vitelloni, Fellini
Piazza San Lorenzo – Otello, Orson Welles

San Pellegrino in Fiore assume il ruolo di veicolo di cultura, trasformandosi nel luogo in cui
il cinema, l’architettura storica e la natura si intrecciano dando vita ad una storia che i
visitatori vivranno attivamente in prima persona.

Saranno proprio loro infatti le “comparse” di questo film che racconterà, attraverso simbologie, metafore floreali e micro architetture, come la città di Viterbo sia stata e continui ad essere terreno fertile per numerosi registi.

Il cinema dunque, come forma di cultura che la città di Viterbo accoglie da anni a braccia aperte, si fonde con le architetture antiche di un quartiere unico nel suo genere, in grado di far calare nella parte chiunque percorra i suoi vicoli. Entra poi in gioco la natura, nelle sue mille declinazioni e nei suoi significati, a raccontarci quella cultura che proprio da quei luoghi è passata.


La passeggiata si svolgerà attraverso le vie di collegamento alle piazze, pensate per ricreare
l’ambiente del “mercato medievale”, un luogo vivace, affollato, animato dal rumore dei passi
e dalle chiacchiere, dove sarà possibile trovare bellissimi esemplari di piante e fiori da
acquistare (qualora il Comune lo prevedesse).

Rapiti dall’atmosfera del mercato, i visitatori saranno trasportati verso le piazze, dove due livelli di allestimenti sovrapposti omaggeranno i più importanti film e serie televisive girati nella città, attraverso le metafore inscenate da piante e fiori ed il costante richiamo all’architettura medievale.


In ciascuna delle piazze viene raccontato il tema coinvolgendo i visitatori con molteplici
sensi: suoni, profumi, colori e la possibilità di entrare e camminare all’interno degli
allestimenti, renderà tutti attori di questo film.

Dei totem posizionati in punti strategici, illustrano compiutamente la tematica della piazza, le associazioni tra film ed essenze vegetali, le metafore rappresentate, ed indicano i punti dell’allestimento in cui i visitatori potranno
camminare. Ciascun totem riporta la descrizione in lingua italiana, inglese ed in codice braille. Nelle piazze possono essere posizionati degli altoparlanti che consentono di ascoltare in sottofondo le colonne sonore dei film rappresentati.


Le sequenze di archi, sono direttamente ispirate a geometrie e proporzioni della loggia dei Papi in piazza San Lorenzo e caratterizzano singolarmente le sei piazze, regalando alla passeggiata un linguaggio comune dalla sorprendente flessibilità. La loro disposizione è studiata per creare quinte scenografiche e particolari ambiti in grado di valorizzare
monumenti e specifici prospetti nelle piazze.

La vista del visitatore, entrando in questi spazi, viene guidata dal ritmo degli archi verso i punti di maggiore interesse. E’ in questo modo che le micro architetture creano un ponte di collegamento tra allestimento naturale ed architettura
del luogo, raccogliendo su di sé tutti i materiali e parlando con lo spettatore, suggerendogli i punti visuali ed il modo migliore per ammirare la piazza. Quasi fossero vivi e potessero parlare, queste strutture regalano un’atmosfera fiabesca e surreale che ci accompagna lungo
tutto il percorso.

E’ interessante considerare la reversibilità di queste micro architetture e la loro infinita possibilità di reimpiego: composte ciascuna da due basamenti forati nei quali si incastrano due pilastri in rete saldata a loro volta sormontati da una sagoma in ferro a sesto acuto incastrato ai due pilastri, è possibile assemblarle rapidamente ed in qualsiasi luogo.
Ciascun pilastro è arricchito da una pianta rampicante in vaso poggiata sul basamento che dona gentilezza al rigore del ferro e del cemento, connubio che rispecchia il pensiero del celebre architetto Le Corbusier : “frutta e verdura fan bella l’architettura”.


Il secondo livello di allestimento è maggiormente rappresentato dalla componente vegetale e racconta delle pellicole viterbesi, ma non in modo esplicito quanto in maniera più sottile ed elegante attraverso la selezione di essenze rappresentative dei temi e dei personaggi citati.

Le composizioni vanno a ricoprire per lo più la pavimentazione delle piazze, lasciando emergere le architetture, con dei tappeti dalle forme audaci e sinuose, ispirati ai giardini dell’architetto brasiliano Burle Marx. Sarà dunque ad esempio il giglio bianco a rappresentare la famiglia fiorentina dei Medici in piazza della Morte (serie tv “I Medici”) o la pianta di olivo a parlarci di Leopoldo l’intellettuale, uno dei protagonisti del film “I Vitelloni”, in piazza del Gesù.


In generale l’allestimento florovivaistico mira ad enfatizzare i caratteri architettonici del quartiere di San Pellegrino, affiancandosi ad essi senza sovrapporvisi. L’obiettivo è infatti quello di generare un connubio armonioso tra creazione naturale e umana, realizzando un equilibro nel quale nessun elemento risulti sovrastante sugli altri. Si è pertanto scelto di non allestire, se non in minima parte, scale e fontane, affinché tutte le componenti, architettoniche e naturali, possano ricoprire distintamente il ruolo scenografico a loro assegnato.


Particolare attenzione viene posta alla tematica dell’inclusività, mettendo a disposizione una descrizione in codice braille per ipovedenti e non vedenti sui totem illustrativi in tutte le piazze. Si è inoltre scelto di garantire l’accessibilità agli allestimenti anche a persone diversamente abili in quanto disposti esclusivamente nei punti centrali delle piazze evitando
scale e cambi di quota che rappresenterebbero delle barriere architettoniche. Si è cercato di
rendere praticabili a carrozzine e passeggini le aree calpestabili degli allestimenti, utilizzando un brecciolino dal diametro e dallo spessore di posa ridotti, per consentirne una percorrenza più agevole.

La configurazione modulare e facilmente removibile degli allestimenti garantisce l’ingresso ai mezzi di soccorso in ogni piazza, lasciando liberi gli accessi e, qualora fosse necessario, consentendo il rapido spostamento di una o più micro architetture.


Dunque il decoro botanico scelto per le piazze è basato sul matrimonio tra il cinema e Viterbo. Per ciascuna piazza è stato individuato un film/ serie tv, o un ciclo di film, girati sul nostro territorio. La macchina da presa, i set e le sceneggiature lasciano quindi il posto a piante e fiori per dare vita alle storie, ai temi e ai personaggi di queste immortali opere di
celluloide.


Piazza della Morte – Pellicola: “I Medici”
Per rievocare questa serie tv che ha scelto Viterbo come set si è scelto di raccontare, con un
mix di piante vive ed essiccate, i temi della serie e della famiglia che trae la sua fortuna dal
mercato tessile. La prima botanica individuata è il Giglio Lilium, simbolo araldico di Firenze
e della famiglia Medici, sostenuto da altre quattro specie proprie dell’attività di produzione
dei tessuti:

Canapa Cannabis sativa piante vive in vaso

Lino Linum usitatissimum piante essiccate

Cotone Gossypium piante essiccate

Gelso Morus piante vive (usato, anche nella nostra provincia, per l’alimentazione
del baco da seta)


L’installazione si concentra in prossimità della fontana, con un tappeto di gigli bianchi
alternato a terra rossa, metafora del sangue di cui la famiglia Medici si è macchiata per
rincorrere i propri interessi. Alcune piante di canapa e gelso si posizionano agli estremi del
tappeto, in tre aree definite a terra con del pacciame. Utilizzando i cavi già installati sui tigli
presenti, sarà possibile calare dall’alto una moltitudine di rami secchi di cotone e lino legati
con fili di nylon, creando un tendaggio sospeso sopra ai passanti, a richiamare il tessuto.


Piazza San Lorenzo – Pellicola: “Otello”
Orson Welles usò Viterbo e il suo territorio per raccontare l’Otello, affacciandosi in più scene
dal loggiato del Palazzo dei Papi per recitare le parole di William Shakespeare e i temi della
sua tragedia. Raccontiamo dunque i temi della tragedia con diverse specie botaniche spesso
contrapposte tra loro:

Gelosia – collezione di rose gialle Rosa piante vive,

Odio – Collezione di cactus Cactaceae,

Amore tossico – collezione di rose nere Rosa piante vive,

Follia – Elleboro Helleborus,

Fedelta/infedeltà – Edera Hedera helix (fedeltà) e Anemone Anemone
(infedeltà) che si arrampicano su un vecchio tronco.


Questa è certamente la piazza con il maggiore impatto, tanto da aver scelto di riprodurre,
grazie alle sequenze di archi, gli spazi di un chiostro tipico dei conventi medievali,
corrispondente al tappeto della pavimentazione del sagrato. I visitatori potranno passeggiare
all’interno di questo chiostro a cielo aperto dove il tappeto vegetale si diffonde
attraversandolo, assumendo la conformazione di una piccola collina al centro, dove sorgerà il
maestoso tronco adornato di edera, anemoni e rose gialle. Agli estremi del chiostro due isole,
non raggiungibili a distanza ravvicinata per questioni di sicurezza, ospitanti la collezione di
cactus. A separare i visitatori dalle piante spinose, dei tappeti, dai colori scuri e profondi, di
elleboro e rose nere.


Piazza San Pellegrino – Pellicola: Varie pellicole su San Francesco
Registi e Produttori hanno scelto più volte Viterbo e il suo territorio, la Tuscia, per dare vita
ai paesaggi della terra natale di San Francesco. Possiamo citare tra i tanti “Fratello sole,
sorella luna” di Zeffirelli, “Francesco giullare di Dio” di Rossellini ovvero le varie pellicole
sulla vita del Santo della Cavani. Piazza San Pellegrino assume quindi un ruolo centrale,
associando a queste pellicole il concetto della food forest, ovvero la foresta, la natura che
nutre l’uomo in totale equilibrio e sostenibilità ambientale, un tema del tutto francescano e
contemporaneo.

Una food forest è organizzata su sette livelli di altezza:

primo livello (quello delle chiome) gli alberi più alti che danno frutta a noce (castagni Castanea, noci Juglans,
etc);

secondo livello (gli alberi bassi) popola da alberi da frutto (meli Malus domestica, peri
Pyrus, ciliegi Prunus avium, etc.);

terzo livello (gli arbusti) piantumato con arbusti e cespugli da frutto (ribes Ribes, uva spina Ribes uva-crispa, mirtilli Vaccinium myrtillus, etc.);

quarto livello (le erbe) ricco di fiori, erbe e vegetali (tageti Tagetes, peperoni Capsicum annuum,
pomodori Solanum lycopersicum, melenzane Solanum melongena, etc.);

quinto livello (la superficie del suolo) che deve essere sempre coperta per non perdere acqua e immagazzinare
la CO2 (pacciamatura di foglie secche);

sesto livello (la zona delle radici) dedicato alla produzione di funghi e piante a radice (funghi, carote Daucus carota, bietole Beta vulgaris, etc.);

settimo livello (le piante rampicanti) una zona di confine tra il primo e sesto livello (abbiamo deciso di popolarlo con la vite Vitis vinifera maritata agli alberi a noce, una tecnica inventata già dagli etruschi per coltivare questa pianta e ispirata alla crescita naturale della vite).

La food forest riempie il centro della piazza e può essere totalmente attraversata al suo
interno per poi essere delimitata da una sequenza lineare di archi che la dividono dalla
facciata della chiesa. La posizione degli archi lascia volutamente libero il sagrato della chiesa
consentendo ai visitatori di salirvi per ammirare la food Forest dall’esterno, con la loggia
degli Alessandri a farvi da fondale.


Piazza Scacciaricci – Pellicola: “Decameron”
Pasolini sceglie le facce del popolo e il peperino viterbese per raccontare i temi dell’opera del
Boccaccio. Tra le vetuste rocce di piazza Scacciaricci si è scelto di raccontare i temi
fondamentali del Decameron:

L’Amore – collezione di rose rosse Rosa piante vive, posta al centro di quattro micro
architetture la cui disposizione ricorda un ciborio;

La Fortuna – Alstroemeria Alstroemeria chiamata giglio del Perù simbolo della fortuna;

L’Intelligenza – Iris Iris pianta simbolicamente dedicata al concetto di intelligenza e
astuzia.

In questa piazza è possibile camminare attorno al ciborio, custode dell’amore, ed
ammirarlo dall’alto, entrando all’interno dell’allestimento fino a salire in cima alle scale
poste sul fondo.


Piazza del Gesù – Pellicola: “I vitelloni”
Viterbo è il set di un capolavoro del cinema italiano e internazionale che è l’opera Felliniana
de “I Vitelloni”. L’idea è quella di omaggiare l’opera del maestro raccontando, grazie alla
botanica, i suoi personaggi ancora oggi attuali tra i caratteri e i modi di fare dei giovani
italiani. Il film si articola sulle storie di cinque amici che in modo caricaturale mostrano vizi e
virtù della società giovanile:

Leopoldo (l’intellettuale): lo vogliamo raccontare con una collezione di piante d’olivo Olea
europaea, pianta sacra ad Atena dea della saggezza.

Fausto (donnaiolo inguaribile): caratterizzato dalle viole mammole Viola odorata, i fiori
preferiti da Zeus padre degli dèi e il più grande donnaiolo della storia.

Alberto (infantile): il ranuncolo Ranunculus, la pianta dei bambini e dell’infanzia
racconterà questo personaggio.

Riccardo (inguaribile giocatore d’azzardo): saranno i crochi Crocus, pianta dedicata ad
Ermes (protettore del gioco d’azzardo), a definire il personaggio di Riccardo.

Moraldo (il buono il saggio): questo personaggio sarà l’unico a scappare dalla provincia
portando con sé la sua saggezza e per questo si è scelto di caratterizzarlo con l’acero
giapponese Acer palmatum, che cresce lento e produce semi alati pronti a volare e andare a
vivere in nuove zone.


Anche in questo caso, la fontana rappresenta il fulcro dell’installazione che si espande a terra
diffondendosi in tutte le direzioni. A controbilanciare il volume della fontana, come accade
anche in Piazza della Morte, degli arbusti in vaso di olivo e acero giapponese disposti in punti
strategici. Per poter allestire questa piazza è necessario lo spostamento di alcuni tavoli dei
dehor, per garantire gli spazi di passaggio.


Piazza San Carluccio – Pellicola: “L’armata Brancaleone”
Monicelli sceglie la Tuscia per raccontare il suo medioevo comico, duro, sporco ma colorato.
Famosa ed esilarante è la scena della “mandola” all’ingresso di Palazzo Chigi di Viterbo.
Vogliamo raccontare i dualismi della società medievale affrontati dal regista con le specie
botaniche:

Fede/Peccato sono rappresentati da passiflora Passiflora e fico Ficus carica.

Spirito/Carne sono rappresentati da angelonia Angelonia e tulipano Tulipa.

Eros/Tanatos sono rappresentati da ibisco Hibiscus e cipresso colonnare Cupressus.



Il tappeto vegetale si espande lungo l’asse diagonale della piazza, attraversando una sequenza
di archi che riquadra il centro. Attraversandolo, i visitatori potranno sostare sulle sedute in
peperino proprie dell’arredo urbano della piazza, mantenute all’interno del presente
allestimento.